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Questa raccolta di racconti appartiene a quel filone della letteratura che non è particolarmente horror né troppo fantastico. Tutti le storie, infatti, sono caratterizzate da elementi che rimandano a entrambi i generi. Sviluppatasi a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo, questa forma letteraria viene vista come il riflesso del movimento Romantico, attratto dal mistero, dall'orrore, dal soprannaturale e dal grottesco e che ha influenzato diversi autori. Grazie alla scrittura raffinata e al tempo stesso semplice e adatta a ogni tipo di lettore, i racconti di Ossa danzanti, fantasmi e altri incubi tropicali snocciolano uno dopo l'altro elementi macabri e grotteschi, che sviluppano in chiave horror la classica dicotomia manicheista del bello-buono/brutto-malvagio, invertendo spesso l'ordine degli avvenimenti e insinuando dubbi nella memoria del lettore: sogno o realtà? Verità o illusione? È proprio questa ambiguità il punto principale dei racconti. Il fantastico vive di questa incertezza, di quell'esitazione che deve essere raccontata.